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Il sud del Marocco è sicuramente la parte che ci è piacuita di più. La popolazione berbera si contraddistingue per l'incredibile ospitalità, la sincerità, l'onestà e la pulizia, differenziandosi nettamente dal resto della popolazione di origine araba. I villaggi, seppur apparentemente poveri sono ordinati e puliti, non troverete campi pieni di sacchetti di plastica come intorno a Casablanca e non troverete discariche in giro. Le montagne nascondono ancora valli perdute e pareti da scalare su ottima quarzite. Infine il mare offre le spiaggie pù incontaminate sia per gli amanti del surf che per chi ama semplicemente i grandi spazi. Un 4x4 è indispensabile per fare alcuni itinerari ma per il resto non serve.

Anti Atlante

Per accedere a Tafraoute, il cuore dell'Anti Atlante si prende la strada per Aït Baha. Vale la pena fermarsi qualche km prima del paese di Aït Baha (cartello sulla sx) all'Agadir di Imchguiguilne.  Il guardiano M'Barak arriverà ad aprirvi l'agadir solo per voi e vi spiegherà come l'agadir sia un granaio fortificato creato dagli abitanti berberi del villaggio per custodire non solo i raccolti di grano e orzo dalle incursioni di ladri dal deserto ma anche gioielli e denaro. L'agadir era una fortezza che racchiudeva all'interno in un dedalo di stanze delle vere casseforti con tanto di serrature primitive in legno e meccanismi di apertura delle porte segreti. Delle vere e proprie banche primitive. In tutto l'Anti Atlante ce ne sono circa 500, solo alcuni sono stati restaurati e sono visitabili (more info here), pochissimi i turisti. Continuando verso Tafraoute la strada si innalza e diventa molto tortuosa ma veramente spettacolare. Ad un certo punto si passa davanti alla kasbah di Tizourgane, vi consiglio di dormire qui, la colazione sulla terrazza è impagabile. Continuando verso Tafaoute si aggira il Jebel El Kest e si discende nella Valle di Ameln dove sorge Tafraoute, che  è un po' il centro di questa regione, posto magico per arrampicare e fare escursioni (more info here). Nei dintorni (5 km a sud) non potete mancare le rocce dipinte, cioè rocce verniciate da un artista belga (Jean Verame), forse non molto tipiche ma senza dubbio molto suggestive.

Sopra l'Agadir di Imchguiguilne: salendo sulle pietre che sporgono dai muri si arrivava alle celle/cassaforti di ognuno.
Qui la Kasbah di Tizourgane dove si puó alloggiare e... giocare a nascondino !
Sotto la zona dove sono disperse le rocce dipinte ad Aguerd Oudad

 

Continuando verso sud est si raggiungono le Gole Aït Mansour un'oasi dopo chilometri di terreno arido. All'uscita delle gole la strada è ora asfaltata verso Aït Bou Nouh (sud ovest), quindi si raggiunge facilmente Izerbi e Tahouaout.

Le Gole Aït Mansour, a destra il paese fantasma di Gdour, all'uscita delle gole

Le gole di Igmir che si aprono in mezzo al nulla. Una strada scende ripida fino al villaggio.

Arrivati a Tahouaout si puó prendere per Tiznit oppure se si ha un 4x4 si continua verso sud e prendere una stupenda pista che dopo circa 25 km scende nelle gole di Igmir, dove è possibile dormire o mangiare. In seguito la strada si incanala dentro un letto di un fiume. Qui abbiamo spaccato il serbatoio della macchina situato sotto (l'ho riparato con della colla "alla marocchina" e abbiamo potuto continuare). Raggiungiamo la statale R102 che fiancheggia il bordo meridionale dell'Anti Atlante, continuiamo in direzione ovest e raggiungiamo Amtoudi. Per dormire qui vi consigliamo l'ottimo "On dirait le sud". Amtoudi è uno dei luoghi più belli della regione e forse del Marocco. All'aridità della zona fanno contrasto l'ospitalità della gente, le sorgenti di acqua e i bellissimi agadir (o meglio "igoudar" plurale di agadir) di Id Issa e Aguellouy (escursione).

L'agadir di Id Issa, arroccato su una roccia per difendere i raccolti dagli invasori. Sotto incisioni rupestri vicino all'ingresso testimoniano che la zona era abitata da tempo. Qui venivano cusoditi anche i contratti di proprietà o di matrimonio (che evidentemente si equivalgono) scritti su cilindri di legno. Antiche celle di pietra dove inserivano arnie di vimini intrecciato per le api.

Lasciamo l'agadir di Id Issa e cerchiamo di raggiungere attraverso l'altopiano per una traccia l'agadir di Aguellouy. Le costruzioni sono fatte solo di terracotta, legno e pietra.

La figlia del guardiano che ci ha fatto visitare l'agadir ci accoglie a casa sua. Nella sala dove ci fa accomodare c'è un tappeto e una televisione in un angolo, davanti, il povero guardiano, mezzo cieco. Ci saluta e ci fa cenno di sederci. Arrivano la madre e la sorella della figlia del guardiano e ci offrono tè, biscotti, burro, marmellata e sgombri in salsa (?). Dopo aver aggiunto le foglie di menta e lo zucchero (tanto), Aurélie arieggia abbondantemente il tè come vuole la tradizione continuando a versare il tè nei bicchieri e a rimetterlo dentro la teiera. Colui che serve è tanto più bravo tanto più in alto tiene la teiera e tanto più schiuma forma  alla fine nel bicchiere.
Sotto la passeggiata (2h) alla Guelta, una piscina naturale alimentata da una sorgente in mezzo ad un deserto di pietre arido. Rapaci e rondini abbondano e anche oggi siamo soli (sotto un Aquila di Bonnelli)

La catena dell'Anti Atlante prosegue in direzione nord-est e costituisce la separazione tra la catena dell'Atlante a nord e il Sahara a sud. L'ultima propaggine orientale dell'Anti Atlante è costituita dal Jebel Saghro, che si puo attraversare solamente attraverso piste e sentieri. Ci siamo addentrati da sud passando Nkob sulla strada che collega Merzouga a Agdz. Da qui, attraverso una pista che parte verso NNE, siamo arrivati al villaggio di Tazlout dove sorge una scuola, una casa e l'auberge di Adi (tel 0661 688 170). Adi ti potrà guidare per qualche giorno per vedere le magnifiche formazioni rocciose del Saghro come il Bab n'Ali o la Testa di Cammello (vedi escursioni Saghro).
Qui i villaggi non hanno ancora l'elettricità e l'acqua viene dai pochi pozzi disponibili o dai torrenti stagionali. Alcuni villaggi hanno una scuola dove giungono i bambini degli agglomerati intorno, ma queste scuole hanno 1 sola classe con 1 solo insegnante, dalla prima elementare fino alla nostra terza media. L'insegnante ovviamente non riesce a rispettare il programma scolastico poichè cerca di accontentare un po' tutti e in più spesso non parla il berbero locale che conoscono i bambini ma "solo" arabo, marocchino e francese !  Le terre sono piccoli appezzamenti per il consumo locale, coltivate con l'aratro e la zappa. Le macchine non sono mai arrivate qui. Comunque la gente è contenta da queste parti, secondo loro il re sta facendo molto, qualche anno fa hanno messo i pali della luce (anche se non c'è l'elettricità) e hanno riparato perfino qualche strada che era franata ...

Sopra il Bab n'Ali visto dal villaggio di Tazlout. In basso a destra i "Needles del Saghro" a Igli. Sotto in cammino verso la Tête de Chameau, altre strutture rocciose del Saghro. La roccia è un conglomerato friabile. Ben poco è arrampicabile. I bambini della classe sono usciti a salutarci assieme al maestro al nostro passaggio (evento raro) interrompendo la lezione. Portate quaderni e biro, li farete felici.


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Ad un centinaio di km ad est di Nkob, sempre nel Jbel Sarhro, si trova Alnif, posto celebre per i suoi fossili, soprattutto trilobiti. Non fermatevi a comprarli nelle bancarelle (anche perchè con ogni probabilità sono falsi), ma affidatevi a Mohand Ihmadi (tel 0666221593), geologo, senz'altro il personaggio più competente e meno imbroglione del posto. Armati di martello da geologo, ci ha portati nei suoi posti "segreti", piccole colline sassose in mezzo al nulla strapiene di trilobiti dove ci siamo divertiti a cercare queste piccole creature preistoriche vissute nell'era Paleozoica ben 300 milioni di anni prima dei dinosauri.


A sud del Saghro, ci si puo recare a Zagora (turistico) per vedere le dune del deserto. A noi è piaciuto meno di Merzouga ma le bimbe non credevano ci potesse essere un posto con cosi tanta sabbia per giocare !