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Viaggio 1997
Kruger, Swaziland, Sub a Sodwana Bay
Viaggio 2016
Capetown e Western Cape

Tra gli animali del parco naturale del Kruger e nello Swaziland e poi le barriere coralline al confine col Mozambico.

Caldo e Comba.

19 Dicembre 1997 - 12 Gennaio 1998

 

Doveva essere il Madagascar, ma a Natale all'ultimo momento occorre "accontentarsi". Da qui la decisione per il Sud Africa, all'insegna dei parchi nazionali e delle immersioni: una piacevole sorpresa.

Dopo una sosta di 36 ore a Sophia alla temperatura di -15°C, raggiungiamo Johannesburg a 30°, la domenica del 21 dicembre. La città durante il weekend è completamente in mano di quelli che non la vivono durante la settimana, di quelli che non lavorano, incazzati a morte con i bianchi. I bianchi sono isolati in periferia in enormi ville con piscina, difesi da sofisticati sistemi di allarme, cani e telecamere. I neri vivono invece in casermoni popolari fatiscenti. Tutti o quasi tutti i bianchi hanno ancora la servitù, che non ha le stesse caratteristiche della donna di servizio.  Grazie a Carlotta, una ragazza italiana incontrata sull'aereo e a Caterina, la sua amica che è venuta a trovare a Johannesburg, riusciamo a evitare di farci rapinare la domenica a Johannesburg. Caterina ci ospita nella sua villa e poi, insieme, andiamo verso il Kruger Park.

D'estate non è proprio la stagione giusta per il Kruger, la temperatura è afosa e gli animali sono più difficili da vedere nella vegetazione più rigogliosa. Comunque, noleggiata a Skukuza una Toyota Tazz 2 ruote motrici, guida a destra, siamo partiti per il nostro safari "selfmade": unici obblighi, arrivare la sera nei punti autorizzati per il campeggio e non scendere mai dalla macchina durante il giorno, pena....essere sbaffati dal leone !
I campeggi sono forniti di ristorante, dove si mangia niente male e da capanne per dormire (Rondavel) di tutti i prezzi. Incontriamo di tutto, antilopi, zebre , giraffe, leoni, impala, kudu, facoceri, ippopotami, elefanti, sciacalli, iene, soprattutto a inizio e fine giornata. La temperatura si aggira sui 38 ° all'ombra e sui 50° al sole. Meno male che la frutta alla sera non manca: ananas, guava e lichi sono fantastici.

Alcune immagini del Kruger Park 

Giraffe, zebre, antilopi, elefanti (non si sa cosa faceva quello nella foto !!) e leoni

Dopo 3 giorni di safari decidiamo il 26 dicembre di spostarci nello Swaziland. Il paesaggio cambia, molto più verde e più collinoso. Visitiamo il Parco Cheetah Project, dove vengono curati i ghepardi e altri felini vittime del bracconaggio. La sera dormiamo in una pensione malfamata e sudicia di Mbabane, una città dove non vale la pena neanche passare. Visitiamo il Mkaya National Park con una guida locale a bordo di un Land Rover. Gli animali sono molto numerosi e si lasciano maggiormente avvicinare (sarà la guida). Abbondano rinoceronti ed elefanti.

Sopra un gruppo di ghepardi vittime del bracconaggio in cura al Cheetah Project Park.
Sotto alcune immagini del Mkaya National Park

Ci spostiamo nella regione del KwaZulu - Natal, la regione degli Zulu. Ci fermiamo a St. Lucia per festeggiare il capodanno. A Iphiva Beach entriamo in un mega party sulla spiaggia, conosciamo delle ragazze del Transvaal che ci scorazzano sulla spiaggia con il loro pick up...si usa così da loro.

Il 2 gennaio raggiungiamo Sodwana Bay, punto di partenza per le immersioni. Le immersioni sono tutte sul reef a 15-20 metri di profondità a varie distanza dalla riva, 2, 5, 7 miglia.  Il mare è spesso molto agitato con onde fino a 3 metri, l'entrata in acqua è sempre dal gommone, rapida, le correnti forti.

L'acqua è molto limpida, la fauna molto ricca. Abbondano i pesci bandiera, gli azzannatori striati, pesci pappagallo, murene, tartarughe e squali (Ragged tooth sharks). Un'immersione viene fatta appunto per vedere gli squali riuniti in un punto del reef dove stanno proteggendo le femmine durante la riproduzione

Sopra alcuni pesci farfalla bandiera. Sotto da sinistra una tartaruga, uno squalo e una coppia di pesci procione

L' 8 gennaio decidiamo di fare un giro più a nord, arriviamo al Sibaye Lake, dove dormiamo in tenda. Nella notte un uragano allaga tutte le strade, siamo bloccati, occorre aspettare che si asciughino. Passiamo un giono intero a non fare assolutamente nulla, ogni azione è pesata ed eseguita con estrema lentezza, in questo modo dura più a lungo.
L' african time ci ha finalmente conquistato.