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In camper d'inverno attraverso le due isole e qualche magnifica sciata sui vulcani.

Caldo, Dany, Livia e Daniel.

3 - 21 Agosto 2003

 

Siamo alla scoperta delle uniche montagne innevate del Pacifico. La Nuova Zelanda (Aotearoa, che in lingua Maori significa Terra della Lunga Nuvola Bianca) é composta da due isole di origine vulcanica, alla stessa latitudine dell'Italia ma dove paesaggi irlandesi e scozzesi si mescolano a foreste tropicali e a ghiacciai himalayani. Le due isole, quella del nord e quella del sud, agli antipodi della Terra, racchiudono in cosi poco spazio tra i più bei paesaggi del mondo. La nostra intenzione é quella di attraversare le due isole a bordo di un camper per curiosare nelle valli sperdute del paese, scendere con gli sci qualche vulcano dell'isola del nord o qualche montagna nell'isola del sud. La scelta del camper é stata quasi d'obbligo, in una terra cosi scarsamente popolata.

Io e Daniel arriviamo dalla vicina Nuova Caledonia, Dany e Livia dall'Italia. Ci ritroviamo a Auckland, punto di partenza per la nostra vacanza, una grande città moderna dove non solo la cultura inglese e quella maori si sono fuse assieme alla perfezione, ma dove coabitano senza segregazioni anche molte comunità polinesiane, cinesi e indiane. I neozelandesi (kiwi's, nel gergo locale) sono molto fieri della loro nazione e soprattutto della loro origine da culture diverse, eliminando di fatto ogni possibilità di razzismo e intolleranza. La gentilezza e l'apertura verso il prossimo di questo popolo é qualcosa di meraviglioso e soprattutto di inaspettato per me.

  

  Il paesaggio tipico neozelandese. O irlandese ?

 

L'Isola del Nord

Intorno a Rotorua il terreno fuma in ogni angolo. L'attività vulcanica è visibile dappertutto.

Qui sotto Waiotapu, a sud di Rotorua. La più bella area termale della zona. Piscine naturali di ogni colore che gorgogliano in continuazione, crateri e geyser. A sinistra il Geyser Lady Knox che entra in attività alle 10.15, puntuale ogni giorno... come farà ? Mah.

 

A sud di Auckland entriamo in una zona vulcanica molto attiva. Siamo a Rotorua in cui soffioni e geyser sono in continua attività e ovunque, perfino ai bordi della strada. Ad ogni angolo si possono trovare sorgenti di acqua calda e fanghi bollenti. Evitate tranquillamente di pagare il biglietto nei posti segnalati, basta uscire un po' dalla strada principale e seguire l'odore di zolfo o le colonne di vapore. Nei boschi o nei parchi delle cittadine, i kiwi's usano ritrovarsi in pieno inverno a fare il bagno in questi fiumi di acqua calda. Il pomeriggio o la sera sono i momenti migliori per bagnarsi, sia per la temperatura esterna abbastanza mite, sia per la luce fiabesca. La mattina tutta l'area é avvolta da una bruma lattiginosa.

Passiamo con il nostro camper lungo il lago di Taupo, ove ci fu probabilmente la più grande eruzione della storia del nostro pianeta circa 25000 anni fa e le cui eruzioni qualche migliaio di anni fa, causarono cambiamenti nei colori del cielo che furono registrati perfino dagli antichi cinesi e romani. Giungiamo di notte nel villaggio di Wakapapa nel Tongariro National Park, una delle più grosse stazioni sciistiche del paese (per chi è abituato nelle Alpi una gran delusione... una decina di impianti in tutto !!).

Scialpinismo in Nuova Zelanda

Nell'isola del Nord gli unici posti dove poter fare scialpinismo sono i vulcani... insomma dove c'è neve. Siamo nel Tongariro National Park. Il nostro primo obiettivo il Vulcano Ruapehu.

La montagna presenta numerosi valloni creati dalle colate laviche e la ricerca della via di salita, pur senza presentare particolari difficoltà tecniche non é da sottovalutare. Noi abbiamo scelto di partire dalla stazione di Wakapapa e risalire fino al Glacier Knob che porta al Plateau sommitale a 2800 m. La neve é molto ghiacciata e presenta formazioni di brina a cavolfiori gigantesche, non un gran ché da sciare ma la vista sulla pianura sottostante e sui vulcani vicini é meravigliosa, sembra di volare. Ci godiamo la nostra prima sciata in terra australe.

Momenti della salita al cratere del Ruapehu. Dan, unico snowboarder lungo il Glacier Knob. A destra Livia in prossimità del cratere. Sotto, l'ultimo pezzo di percorre a piedi lungo una breve cresta ghiacciata

Mt. Ruapehu, 2797 m. S2 (E/2.1), disl. 1200m.

Mt. Ngauruhoe, 2291 m. S3 (F/3.2), disl. 1100m.

Seconda meta non può essere che il perfetto Vulcano Ngauruhoe.
E' un cono perfetto che, dal cratere centrale, scende fino alla base con pendenze regolari di 30-35°, lasciando spazio alla fantasia per le vie di salita e di discesa.

La notte la passiamo alle pendici del vulcano.  Noi siamo partiti, sci in spalla, dalla Mangatetopo Hut percorrendo la valle desertica che porta agli Emerald Lakes del Tongariro fino a quota 1320m. Da qui siamo saliti per una rampa di blocchi di lava fino a incontrare un canale di neve e ghiaccio che abbiamo seguito, ramponi ai piedi, fino in cima. La neve é la stessa che abbiamo incontrato al Ruhapeu ma molto più a cavolfiori nella parte sommitale a causa del forte vento e dell'umidità e molto più ghiacciata nel canale a causa della forte pendenza. La discesa, é un tuffo attraverso le nuvole fino alla pianura desertica finale. Le difficoltà sono più sostenute del Ruapehu, pendenza sui 35-40° in alto, 30-35° in basso e neve difficile, necessari i ramponi. La consiglio solo a sciatori esperti. Dany e Livia preferiscono godersi la salita a piedi. Intorno non c'è anima viva.

La salita al Ngauruhoe. In senso orario, Caldo davanti al canale di salita e discesa (quello a destra della cresta), il canale appunto, il cratere sommitale, Livia e Dany impegnate nella parte terminale, piena di neve a cavolfiori... sotto un tappeto di nuvole.

Partiti da questo deserto di lava e neve ci spostiamo verso Pipiriki, verso sud, attraverso la Wanganui River Road, una strada sterrata che attraversa una foresta interminabile di felci ed abeti lungo il fiume Wanganui, dove dormiamo. Arriviamo a Wellington, l'estremità a sud dell'isola, traghettiamo per l'isola del sud a Picton. Da qui ci dirigiamo subito a Kaikoura, la mecca di chi ama delfini, balene e capodogli. Eravamo pronti a immergerci nelle acque glaciali dell'oceano e a nuotare insieme ai nostri amici, ma ahimé neve e vento hanno di fatto sospeso le attività marine. L'unica balena che abbiamo visto é quella dipinta davanti a questo muro per i turisti sfigati come noi.

 

L'Isola del Sud

Il tempo é dei peggiori, decidiamo di scendere a Christchurch, cittadina molto scozzese, piena di case in legno ed edifici gotici; La gente é sempre di una gentilezza esemplare. Qui ci informiamo sulle condizioni della neve: eccezionalmente scarsa, insufficiente per gite in giornata, a meno di prendere l'elicottero per il Tasman Glacier o qualcosa del genere. Decidiamo comunque di vedere le famose "Ka Tiritiri o te Moana" cioé le Alpi del Sud. I paesaggi che si incontrano mano a mano che ci si addentra nell'isola e ci si avvicina ai laghi e alle montagne sono da pelle d'oca.
Vi sono tre posti da dove poter partire e organizzarsi per delle gite sulle Alpi: Mt. Cook Village per il Mount Cook National Park e Wanaka e Queenstown per il Mt. Aspiring National Park. Arriviamo al Mt.Cook Village ma purtroppo il maltempo imperversa sulla catena alpina....quindi alcuna possibilità di fare dei giri a piedi o con gli sci

 

Il Lago Tekapo e il Lago Pukaki ai piedi del Mt. Cook National Park

Ci spostiamo più a sud verso Wanaka. Il tempo si apre per una giornata, ne approfittiamo per tentare una scialpinistica al Treble Cone sulle Harris Mts, ove c'é anche una stazione sciistica. La neve era proprio poca ma che "bonheur" sciare avendo come sfondo le acque del Lago Wanaka.

Tentiamo anche di fare un giro perlustrativo sotto la pioggia nel Mt. Aspiring National Park nella Matukituki Valley, di neve neanche l'ombra, in compenso rimango impressionato dai ghiacciai che scendono fino alle foreste verdeggianti, mi sembra di essere in Patagonia.

Sciando al Treble Cone, sotto il Wanaka Lake

La Matukituki Valley nel Mt. Aspiring National Park

In serata raggiungiamo Queenstown, la Courmayeur neozelandese, molto carina e piena di locali, pub e negozietti vari. Le condizioni in montagna sono pessime, sta nevicando da un paio di giorni anche se di neve per sciare qui ce n'é ancora meno, decidiamo di mettere via gli sci e fare un po' di turismo. Ci dirigiamo verso Te Anau una tranquilla cittadina su un lago nel Fiordland National Park. Il Parco é immenso, 200 x 50 km, é il più grande del paese e di difficile accesso. E' possibile visitarlo a piedi o via mare. Per questo vi sono numerosi trekking, tra cui il famoso Milford Track (reputato come il più bel trekking del mondo) e numerose possibilità di percorrere i fiordi in kayak o in battello. Noi ci dirigiamo in camper verso Milford Sound attraverso una delle strade più spettacolari che avrei potuto immaginare. Dobbiamo aspettare il pomeriggio a causa del pericolo valanghe, per passare The Divide, il tunnel che consente di passare la catena montuosa. Il tempo in questa terra é tra i più bizzarri e mutevoli cha abbia mai visto. Il paesaggio é superbo, montagne di granito coperte di neve, pareti a picco ove l'acqua scorre dappertutto formando migliaia di cascate che si tuffano nelle valli coperte di vegetazione tropicale, un miscuglio unico.

A sinistra le acque del Lago Te Anau, qui sopra le innumerevoli cascate che cadono dalle pareti granitiche delle montagne del Fiordland.

 

La sera abbiamo dormito sulla riva del fiordo a Milford Sound per organizzare la mattina seguente un giro in kayak con Rosco (rosco@kayakmilford.co.nz), una simpatica guida locale. Vedere le cascate e le montagne dal livello del mare fa tutta un'altra impressione. Inoltre é possibile avvicinarsi alle numerose foche che prendono il sole sulle rive del fiordo

 

ll Milford Sound, a destra alcuni momenti in kayak nelle acque del fiordo in cui si rema a fianco delle foche


 

Lasciamo il Fiordland per riportarci sulla costa orientale attraversando campi di frutta e vecchie miniere d'oro. Sulla strada per Christchurch, dove l'aereo di ritorno ci attende, ci fermiamo qualche giorno a Dunedin,niente di speciale come cittadina ma punto d'appoggio per visitare la Penisola di Otago, paradiso per gli amanti di foche e pinguini. Di giorno le foche che sono andate a pescare durante la notte le potete vedere morte di sonno su quasi tutte le spiaggie, anche se non sono molto attive. Alcune colonie con molti piccoli le potete invece vedere a pagamento a Penguin Beach. Ne vale veramente la pena vedere ad esempio un piccolo di foca curioso che viene ad annusarvi e mordicchiarvi i piedi !!


Penisola di Otago: qui sotto un piccolo di foca si avvicina attirato dai miei piedi, a destra Dany aiuta un piccolo di foca ad attraversare il sentiero.


Risaliamo verso Christchurch dove lasciamo il nostro camper e con un volo interno arriviamo ad Auckland da dove ognuno se ne torna a casa...sicuramente un posto dove tornare a fare un po' di alpinismo.