Abbiamo attraversato in 4x4 il Deserto del Namib, la Skeleton
Coast e il Damaraland fino al parco Etosha, ma sembrava di avanzare
in un libro di fotografie. Paesaggi spettacolari, di un altro
pianeta.
Caldo, Aurélie, Julie e Anouk
29 Aprile - 13 Maggio 2017
|
|
Abbiamo noleggiato un Toyota Land Cruiser HJ200 a Windhoek da
Africa 4 Wheels (lo
consiglio) con due tende sul tetto. L'obiettivo quello di girare il
centro della Nambia, guidare nelle dune del Deserto del Namib e ammirare
i paesaggi irreali di cui la Namibia è famosa.
L'obiettivo è stato
centrato in pieno, ma le nostre due bambine non hanno molto apprezzato i
4000 km in 15 giorni. La sera nei campeggi c'era modo di sfogarsi e
sulle dune non hanno fatto altro che andare su e giu e giocare con la
sabbia, ma forse avremmo dovuto accorciare un po' il percorso e
rinunciare a qualche cosa. Il Deserto del Namib è il deserto più antico della Terra, un tempo
inaccessibile per l'estrazione dei diamanti, ora lo è per ragioni
protezionistiche.
A parte qualche località turistica facilmente
accessibile come Sosussvlei, per il resto è necessario essere
accompagnati da guide autorizzate. Noi ci siamo affidati a
Live the Journey. Con questa agenzia sudafricana è possibile
effettuare diverse traversate nel Namib conducendo il proprio veicolo.
Non è necessaria alcuna esperienza di guida nelle dune, ma si impara
presto... altrimenti si butta via l'auto ! Una guida davanti fa la
traccia e conduce la carovana (noi eravamo 8 auto al seguito) e un'auto
di soccorso chiude la fila. La guida decide il percorso e da istruzioni
via radio su come guidare e affrontare le dune piu difficili. L'auto di
soccorso vi tira fuori dai pasticci. L'unica volta che ne abbiamo avuto
bisogno è quando ci siamo incastrati in cima ad una duna con le 4 ruote
nel vuoto... succede ai principianti che, quando arrivano in cima alla
duna rallentano prima di aver passato le ruote posteriori. La sera ogni
auto a turno fornisce legna e acqua e i cuochi si preoccupano di montare
la cucina, le toilette, la doccia calda (!!) da campo e di preparare la
cena (BBQ a manetta) e la colazione. A noi il compito di guidare senza
fare cavolate, prepararci i sandwich del pranzo, bere la birra e goderci
lo spettacolo. |
Dicevo, arriviamo a Windhoek in aereo e partiamo verso sud-ovest per la zona del Naukluftberge, la zona è molto bella, non c'è niente e proprio per questo è affascinante. Mi ricorda un
po' l'interno dell'Australia. Ci permette di impratichirci dell'auto sulle strade sterrate e sull'uso della tenda.
Prima
tappa al Tsauchab River Camping,
pur pieno, i gentilissimi proprietari ci sistemano in un posticino
tranquillo tutto per noi con doccia all'aperto sul fiume (secco) e
braai (BBQ). Il campeggio sfoggia all'entrata un'originale mostra di
scene fatte con ferri vecchi. Seconda tappa arriviamo Sesriem da
dove visitiamo la famosa Sossusvlei, diciamo meno tranquilla, qualche
bus di giapponesi, è il posto più fotografato della Namibia probabilmente.
Ci andiamoLa visitiamo prima del tramonto, lasciamo stare la Duna 45, siamo convinti che ne vedremo parecchie attraversando il deserto
del Namib...e continuiamo fino in fondo fino a Sossusvlei. Questo posto, per turistico che sia, è comunque fantastico come sulle foto, gli alberi morti che emergono da questo lago salato bianco, le dune rosse intorno,
semplicemente irreale. Sotto il lago salato di Sossusvlei |
|
|
|
Incontriamo il gruppo di Live the Journey a
Solitaire (il nome dice tutto),
qui facciamo il pieno di benzina per 5 giorni (200 litri) e acqua (70 litri).
Entriamo nel
deserto 35km a nord. Il paesaggio cambia progressivamente dalle pianure
coperte di erba alle rosse dune. Ha piovuto da qualche giorno e la
natura sembra approfittarne facendo germogliare tutto quello che
puo, una corsa contro il tempo. Costeggiamo il
Kuiseb
Canyon sul lato sud dove ci sono le dune di sabbia. Il lato nord è
costituito da roccia nera. Nel canyon alberi verdi. Seguiamo verso ovest
il canyon fino a Homeb dove si riesce a scendere e
campeggiare all'ombra di alti alberi...incredibile qui ! |
|
|
|
La strada che porta da Solitaire a Gaub Pass, più o meno dove entriamo nel deserto. Sotto l'erba la terra rossa e qualche banco di sabbia.
Il Kuiseb Canyon che costeggiamo delimita il deserto sabbioso del Namib e le rocce del Naukluft |
|
|
La mattina
puntiamo verso sud ovest. Imparo piano piano a guidare
nelle dune. Tollo, la nostra guida ci corregge via radio. Imparo che bisogna schiacciare a fondo l'acceleratore per
salire una duna e che non bisogna fermarsi prima di aver passato il
culmine. Imparo che bisogna fare attenzione di scendere sempre con le
ruote ben dritte per evitare di rotolare giù e come uscire dagli
insabbiamenti. L'attraversamento del deserto del Namib è relativamente
facile dal punto di vista dell'orientamento poiche è percorso da una serie
di dune longitudinali (Seif) altissime, fino a 100 m e che corrono tutte parallele alla costa e
quindi il suo attraversamento consiste nell'attraversare queste valli e le dune che le delimitano. Molto meno facile è capire dove
si riesce ad attraversare queste dune, anche perché non esiste traccia e i
percorsi gps registrati possono rivelarsi inutili perchè le dune nel
frattempo si sono spostate... Campeggiamo la seconda notte in una di queste
valli. |
|
|
|
|
In alto i nostri amici insabbiati
vengono tirati fuori dalla guida. Sulla strada tra Homeb e Conception Bay,
attraversiamo molte dune longitudinali che corrono parallele alla costa come
quella sotto. La sera ci godiamo la cucina preparata da Tollo e la sua
equipe e una buona birra ghiacciata ! |
Il terzo giorno passiamo una zona di
dune pietrificate e dopo una giornata di guida nelle dune vediamo l'oceano.
Siamo verso Conception Bay e ci godiamo il pomeriggio sulla spiaggia, le
corse sulle dune e un
rapido bagno rinfrescante. L'acqua è gelida, la corrente del Benguela
proveniente dall'Antartico costeggia la Namibia ed è la ragione per cui
esiste da sempre il Deserto del Namib.
Ci sono diversi resti di ossa di
foche sulla spiaggia. Si campeggia non lontano dal mare in mezzo alle dune.
Ci godiamo il tramonto sul mare da una duna. Il cielo
stellato è da restare a bocca aperta.
L'arrivo sul mare a Conception Bay
e sotto il tramonto dalle dune |
|
|
|
|
|
La mattina partiamo verso sud,
verso il relitto Bohlen. La nave, arenatasi nel 1909 oggi dista qualche
km dal mare, il deserto sta avanzando ogni giorno verso il mare. La
nave, consumata dal vento e dalla salsedine sta piano piano scomparendo.
Ci spostiamo ancora verso sud in direzione di Meob Bay. Le dune hanno colori violacei e rosa. A questi si mesolano le rocce basaltiche nere e i depositi di sale bianchi.
Una contrasto di colori unico. Arriviamo alle città fantasma di Holsatia e Charlottenfelder, residui delle miniere di diamanti di inizio 1900
quando la Namibia era una colonia tedesca. Ci sono ancora le bottiglie
sparse nella sabbia e nelle case abbandonate. Il
vento ha consumato il legno, il vetro, il metallo, tutto. Rimaniamo
sempre nei paraggi di Conception Bay per campeggiare. Una bella doccia
calda e una birra fresca prima della quotidiana scorpacciata di
carne alla brace. |
|
| Holsatia: Il legno e il vetro delle bottigle consumato dal vento e dalla sabbia
|
|
La
mattina dell'ultimo giorno ci svegliamo con pipistrello attaccato alla
nostra tenda. Colazione sudafricana a base di salsiccie e uova e
puntiamo verso nord. Si guida il piu possibile sulla spiaggia passando
Sandwich Bay e il relitto Shawee. Oltre Langewand, le dune enormi si
tuffano direttamente nel mare quindi siamo costretti a procedere ancora
all'interno per ancora un po' di divertimento tra le dune. La parte
finale è piatta e sassosa. Arriviamo a Walvis Bay,
cittadina portuale cresciuta intorno alle saline e il porto. Un ultima
cena assieme e ci
congediamo dai nostri amici che ci hanno accompagnato in questa
magnifica traversata. |
|
Procediamo soli verso Swakopmund. Ci
aggreghiamo la mattina a dei turisti di Alter Action per provare la discesa sulle dune
su delle tavole di compensato (esistono anche degli istruttori per
questo ...).
Comunque le bambine si divertono...e anche mamma e papà.... Ripartiamo
ancora in direzione nord per la Skeleton Coast e pernottiamo al Cape Cross
Lodge, il più bello che abbiamo visto in Namibia, vicino all'immensa colonia
di foche. |
|
|
Sopra Swakopmund, case coloniali tedesche, clientela scic e qualche hotel di lusso fanno da contrasto con le bidonvilles fuori città.
A destra l'immensa colonia di foche di Cape Cross
Continuiamo lungo la Skeleton Coast. Entriamo ufficialmente dentro il
Parco a Ugabmund. Il parco è a pagamento ma se si
attraversa in giornata uscendo a Springbokwasser, non si paga niente
(occorre ritirare il Transit Permit al gate di entrata). L'entrata è
dalle 7h30 alle 15h00 e l'uscita dalle 7h30 alle 19h00. La strada è
sterrata e per la maggior parte lontana dalla costa e il paesaggio
terribilmente monotono e piatto. Passiamo un relitto, non tanto vecchio.
Arriviamo a Torra Bay, non c'è niente a parte pescatori sulla spiaggia,
i quali sembrano i soli a divertirsi in questo posto. Usciamo dal parco
al gate di
Springbokwasser. |
|
|
|
Il paesaggio ritorna ad essere fantastico,
è il Damaraland. L'erba verde fa da contrasto
alla roccia rossa, il cielo è blu., non c'è nessuno in giro. Le montagne
si fanno sempre più rosse, ci fermiamo al Twyfelfontein Lodge. Il posto
è molto bello, mimetizzato sui fianchi di una montagna ma le camere
erano dannatamente calde, impossibile dormire. Subito dietro al lodge
c'è Twyfelfontein, patrimonio mondiale dell'UNESCO, un sito paleolitico
con migliaia di petroglifici, la maggior parte dei quali animali.
Interessante anche la foresta pietrificata, sono tronchi di albero che
sono stati travolti e seppelliti probabilmente da sabbia che si sono col
tempo pietrificati. Sembra abbiano 260 milioni di anni... prima della
separazione dei continenti giusto per chi non è familiare con le ere
geologiche ! |
|
|
|
|
|
Partiamo per il Parco di Etosha.
Decisamente non ne è valso la pena, molti chilometri, abbastanza
turisti, pochi animali. Zebre, Springbok, impala, qualche giraffa, la
fortuna di incappare su un gruppo di leoni ma niente in confronto ai
parchi del Kenya. I lodge all'interno, gestiti dal NWR statale lasciano
a desiderare.
A destra il Pan, una distesa salata dove si raccoglie l'acqua quando piove. A sud una striscia di terra dove si puo circolare con la propria auto e dove
si trovano la maggior parte degli animali. Normalmente è diffuso il rinoceronte nero...se si è fortunati di vederlo... |
|
|
|
Gli ultimi giorni viaggiamo verso Windhoek. Ci
concediamo un'ultima visita alle Erongo Mountains.
Il parco è pochissimo frequentato e molto selvaggio.
Rinoceronti, giraffe e impala non mancano. Nel bel mezzo c'è Omandumba
dove hanno sviluppato un bel sito di arrampicata. In effetti
il posto offre un bellissimo granito e ci sono circa 80 vie, una ventina
spittate. Il problema è che non abbiamo potuto arrampicare perché la
zona era invasa da babbuini che non erano molto contenti della nostra
visita. Quindi abbiamo rimesso la corda nello zaino e abbiamo salutato
le "simpatiche" scimmiette. Come consolazione ci siamo offerti
un'ultima cena carnivora da Joe's Beer House, il migliore ristorante di
Windhoek. |
Il sito di arrampicata di Omandumba, con i babbuini all'arrivo delle vie. La
roccia è un ottimo granito, ci sono anche delle chiappe di granito con un
bell'alberello infilato in mezzo ! Per arrivarci occorre domandare alla
famiglia Rust della proprietà Omandumba. Sotto Joe's Beer House. |
|