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Il nord del Madagascar tra spiagge bianchissime, tartarughe e squali balena, l'interno con i suoi parchi, gli tsingy, i gecki, i camaleonti e i lemuri per finire su un isola riservata dove abbiamo dormito in una grotta, arrampicato e mangiato il pesce appena pescato

Caldo, Aurélie, Julie e Anouk.

16 Ottobre - 1 Novembre 2016

 

Visitiamo il nord del paese, dicono quello meno genuino e più turistico, ma cercando di stare lontani dalle agenzie, di organizzarci tutto da soli come al solito ed evitando alberghi che affollano le isole e sopratutto Nosy Bé, alla fine di persone ne abbiamo incontrate proprio poche ma abbiamo visto da vicino gli animali di cui questo paese è famoso e gironzolato nei parchi nella quiete più assoluta.

Arriviamo in aereo direttamente a Nosy Bé ma andiamo ad alloggiare sull'isola vicina Nosy Komba al Lodge Komba Forever. Qui organizziamo con loro una delle più belle escursioni in mare della mia vita. Cerchiamo gli uccelli marini, i quali cercano le sardine, le quali stanno dove c'è il plancton che a sua volta è l'alimento dello squalo balena. Dopo un'ora siamo scortati da un branco di delfini e poco dopo siamo sopra un bestione di 15 metri che nuota tranquillo nell'oceano. Ci tuffiamo tutti e quanti in mare con maschera e pinne, uno spettacolo che dura un'ora. Lo squalo è incurante di noi, va dritto per la sua strada con movimenti lenti. Ripartiamo in un giardino popolato di tartarughe dove rimaniamo il pomeriggio.

Partiamo per Nosy Iranja, una piccola isola paradisiaca a Sud-Ovest di Nosy Bé. In realtà sono due piccole isole legate da una striscia di sabbia leggendaria che le unisce soltanto durante le basse maree. Iranja in malgascio vuol dire Tartaruga, infatti l'isola è frequentatissima da tartarughe che vengono qui a deporre le uova sulle spiaggie bianchissime. L'unico posto per alloggiare è il costoso Lezahir Lodge a ridosso del villaggio con i suoi pro (si condivide la loro vita quotidiana) e i contro (si alzano di buon ora la mattina !). La schiusa delle uova l'abbiamo vista l'ultimo giorno in mezzo ad un sacco di turisti. Mi immaginavo un momento un po' più intimo ma è stato emozionante lo stesso.

Qui sopra la sottile striscia di sabbia che lega le due isole. Sulla più grande sorge un villaggio di pescatori e il lodge Lezahir (sopra la nostra capanna) e sull'isola più piccola ci sono i nidi di tartarughe. Sotto qualche immagine del villaggio di Nosy Iranja, delle sue spiaggie bianchissime e della gente che le affollava

Sopra Aurélie e Anouk nella spiaggia deserta a sud dell'isola. Sotto i nidi di tartaruga vengono identificati con la data della posa delle uova e della specie di tartaruga. Dopo 60 giorni le tartarughe escono dai nidi. Al giorno presunto della schiusa, un biologo locale scava il nido per aiutare le tartarughine ad uscire proteggendone la corsa verso il mare dagli uccelli predatori. Nello stesso tempo "invita" i turisti ad assisterlo per farsi un po' di soldi. Il momento della schiusa non é molto romantico tra macchine fotografiche e videocamere ma è sempre emozionante vedere questi piccoli esserini come sappiano già cosa fare e dove andare appena nati ! Le ritardatarie forse le abbiamo un po' aiutate perchè erano stanche....

Da Nosy Iranja ci spostiamo sulla terraferma. Poiché tutte le compagnie mi hanno vietato il noleggio senza autista, allora ho contattato Jimmy, ho discusso quello che volevo vedere, dove volevo alloggiare e per un ottimo prezzo ci ha messo a disposizione un 4x4, un autista e Vincent una guida biologo eccezionale capace di scovare l'animale più invisible e fantastico con le nostre bimbe ! Arriviamo con la barca a Ankify e da qui ci dirigiamo sulla RN6 a Ambilobe. Oggi è giorno di mercato, ci addentriamo tra la gente per strada e le bancarelle

Arriviamo al Parco de l'Ankarana, alloggiamo Chez Aurélien, abbastanza squallido e sporco. Il parco ha sentieri segnalati e qualche ponte sospeso. La cosa più bella sono gli Tsingy, rocce silicee molto taglienti di colore nero, strutture che avevamo già visto in Nuova Caledonia. Qui sono più estesi ma molto meno alti. La foresta è ricca di baobab e abbastanza bella; abbiamo avvistato parecchi lemuri notturni in riposo nelle cavità degli alberi, qualche uccello e qualche camaleonte.

Partiamo in direzione nord, dopo una ventina di km una piccola deviazione al Lago Sacro di Anivorano. Si crede che i coccodrilli che lo abitano siano gli abitanti reincarnati di un villaggio che fu inondato a causa di un rifiuto a dare cibo e acqua ad un viaggiatore di passaggio nel villaggio. Da sempre i locali vengono qui per chiedere qualche favore e in cambio offrono una bestia, spesso un zebù, in sacrificio. Per questo che appena ci si avvicina al lago arrivano i coccodrilli...belli in forma...
Riprendiamo la RN6 e al villaggio di Andranomena prendiamo una pista abbastanza difficile e piena di buche per due ore. Arriviamo ai Tsingy Rouges, delle formazioni spettacolari di laterite erosa dall'acqua e dal vento. Davanti a questi pinnacoli si rimane incantati dalle sfumature di ocra e da cosa può creare la natura, un vero gioiello da non perdere .

Ritorniamo sulla RN6 e andiamo ad alloggiare a Joffreville dalle suore benedettine. Lo sconsigliamo, caro e soprattutto perchè i soldi che guadagnano li usano per abbellire il loro sito, completamente isolato dalla comunità locale. Joffreville è un ottimo punto di partenza per visitare il Parco della Montagna d'Ambra. E' un parco completamente diverso da quelli vsiti finora poichè qui piove spesso, la vegetazione è fitta e di animali ce ne sono davvero dappertutto. Alcuni cosi piccoli o cosi ben mimetizzati che solo l'occhio esperto li puo scovare. Qui abbiamo visto soprattutto lemuri, maki, lucertole, camaleonti, uccelli, manguste e rane. Occorrono almeno 2 giorni per fare una visita con calma e darsi la possibilità di avvistare gli animali più belli.

Sopra due tipi di camaleonti, una mangusta e una coppia di maki, una specie di lemure. Qui sotto un gecko perfettamente mimetizzato. Lo ha trovato Vincent, poi ci ha detto che li c'era un animale... beh neanche con l'aiuto l'abbiamo trovato ! Una stupenda rana microscopica su una foglia.

Joffreville, a parte tappa obbligata per andare al Parco, è molto carina, sulle sue strade in salita ci sono delle ville coloniali abbandonate di inizio secolo che ricordano come la città fosse frequentata dai francesi durante il periodo coloniale. Le case sono ancora li, ma la gente ci vive attorno, come se aspettassero il ritorno dei vecchi proprietari.
Continuiamo verso nord e arriviamo finalmente a Antsiranana o Diego Suarez, una vera cittadina con i suoi bar, ristoranti, hotel. Per dormire e mangiare consigliamo assolutamente Le Suarez, bungalows perfetti, cucina impeccabile, bar bordo piscina, senza contare la gentilezza dei proprietari.
A Diego ci spostiamo sui tuk tuk, piaggio gialli, ti portano ovunque se non hai valigie (altrimenti per i carichi importanti bisogna domandare per una Renault 4....). Visitiamo il mercato, compriamo un po' di vaniglia e qualche braccialetto in finto argento per le piccole.

Da Diego visitiamo la Montagnes des Français ed in particolare il Jungle Park. Il posto è abbastanza deludente, dovrebbero esserci case sugli alberi e parco avventura per i bambini. Eravamo gli unici clienti, le case sono palafitte appoggiate agli alberi e i giochi sono in cattivo stato, pericolosi e tutti a pagamento (anche per i clienti !). Pero' da qui si raggiunge in 30 min la Vallée des Perroquets dove ci sono vie di arrampicata magnifiche.

Sopra salendo lungo la Valle des Perroquets . Il settore Magic Wood qui a sx, è la prima ampia parete che si incontra sulla destra in corrispondenza dei baobab. Le vie vanno dal 6a al 7a su ottimo calcare e colonne. A destra il settore Block Age con vie dal 6a al 7c+. Continuando a salire sul lato sinistro si incontra il settore Tsac Tsac con vie dal 5a al 6a+. Sopra Caldo su Jurassic Park, 6a e Julie su La Grotte du Kakabe, 5a, prima via da prima di cordata !

Da Diego Suarez partiamo in barca per Nosy Hara. E' un arcipelago di isole al largo della costa ovest considerate parco marino. Qui Mathieu de Lac, lo stesso proprietario di New Sea Roc e di Jungle Park, ha installato sull'isola di Andatsara il Camp Corail dopo aver ottenuto autorizzazioni con il re (che non esiste più ma che regna tuttora) e le popolazioni locali. Qui si dorme in grotte o capanne ricavate nella roccia e si mangia di quello che viene pescato. Sulle isole ci sono decine di vie di arrampicata su ottima roccia, si puo fare canoa, snorkeling e kite surf. Le isole sono piene di tombe per cui sono considerate sacre e occorre rispettare alcuni divieti o "fady", come quello di fare i propri bisogni sulle isole (bisogna farli in mare), o quello di toccare i milioni di paguri che popolano l'isola (sono considerati la reincarnazione delle persone sepolte) e via di seguito. La vita sull'isola assomiglia un po' a quella di Robinson Crosue, le persone che erano con noi presto diventano parte di una famiglia e forse è questa la parte magica di questo posto.

 

 

Sopra il campo sull'isola Andatsara completamente inserito nel paesaggio, la nostra camera da letto nella grotta, con tanto di baldacchino e zanzariera e la nostra porta di ingresso. Sotto Anouk osserva la bocca dello squalo che hanno pescato, oggi ce lo siamo mangiato ! Sotto immagini dei luoghi di arrampicata sull'isola sacra di Anjombavola

 

Partiamo da Nosy Hara dopo solo 4 giorni ma che ci sono sembrati una vacanza; abbiamo conosciuto qualche amico e un modo diverso di costruire dei lodge per i turisti. Raccomando questo posto a tutti i climbers.
Alla fine il nord del Madagascar non ci è sembrato cosi turistico come lo dipingono...
Da Diego Suarez prendiamo l'aereo per Antananarivo e quindi per Johannesburg e Kinshasa dove viviamo.