Alpi Pennine

 

Gruppo del Grand Combin

Combin de Grafeneire, 4314 m
Cresta del Meitin, AD, 700 m***

Informazioni:
E' la Cresta Ovest attraverso il Combin Valsorey aperta da Boisvel nel 1884. Bella e sicura ascensione di cresta, rocciosa con ripidi salti fino al Combin di Valsorey, poi una camminata su ghiacciaio alla cima. Discesa più problematica.
Da Bourg Saint Pierre (CH, 1630 m) salire i tornanti fino a alla località La Delise 1827m (poco parcheggio). Si risale la Valsorey lungo il sentiero estivo sulla destra  orografica del torrente passare l'alpeggio di Cordonna, si prende il sentiero che si stacca sulla sinistra e con un lungo mezza costa si guadagna leggermente quota, Passare il bivio Cabane de Valsorey - Caban du Velan (2180m). Tenere la sinistra e poco dopo si attraversano gli Chalets d'Amont (2197m). Poco dopo il sentiero si biforca: sulla sinistra il sentiero normale, sulla destra (segnalata in blu) la scorciatoia delle scalette (su una pietra è riportata la scritta "Echelles"). Prendendo la scorciatoia il sentiero continua fino ad incontrare uno sperone roccioso dove ci sono delle catene e delle scale metalliche. Salire fino ad incontrare il sentiero regolare (2430m). Verso 3300m salire il pendio che scende dal colle del Meitin (neve). Seguire il sentiero che non sale al colle del Meitin ma che raggiunge la cresta che viene dal colle quasi 60 m sopra, a quota 3670 m. Attaccare il filo della cresta che per tracce di sentiero e passaggi di II arriva al 1 salto. All'attacco del primo salto si trova uno spit, tenerso sul filo della cresta, salire un passaggio ripido (III+) e continuare sul filo di cresta fino a giungere 25m al di sotto del grande strapiombo che segna la fine del primo salto. Salire per ripide rocce (III+, spits) fino a qualche metro sotto lo strapiombo; quindi traversare a destra. Salire in seguito un diedro ben segnato verso sinistra, per arrivare in cima al 1 salto. Seguire la cresta (sentiero innevato) fino a 4000m, quindi traversare a destra per circa 200m su terreno franoso per un vago sentiero in vista della base di un piccolo canale tra due pilastri (spit a sx). Da qui, salire 20m in diagonale nel canale e attraversarlo. Continuare a salire alcuni metri per raggiungere il filo di cresta (III). Verso la fine, si attraversa a destra per raggiungere la base del terzo salto. Restare un po' a destra del filo di cresta all'inizio, e ritornare gradualmente verso il filo salendo. Si trovano, dopo circa 35m in verticale, due anelli per doppia, non lontano dal filo di cresta. Da qui, raggiungere il filo di cresta e seguirlo per arrivare sulla cima del Combin de Valsorey (4184m) con rocce facili. Da qui, una facile cresta di neve permette di raggiungere il Combin de Grafeneire (punto culminante a 4314m). Discesa Per la discesa ci sono diverse opzioni tutte non fantastiche... 1) per l'itinerario di salita: più sicuro, non ideale se c'è gente. 2) per la parete SW (partendo dal Combin de Valsorey): più veloce ma pericolo di caduta sassi 3) per la parete NW: veloce se c'è neve ma in caso di ghiaccio vivo (probabile) doppie su abalakov 4) per la via del seracco: pericolo di caduta ghiaccio, condizioni di solito migliori delle parete SW. Noi abbiamo scelto la quarta opzione.


 



Gruppo del Cervino - Weisshorn

 

Cervino, 4476 m
Cresta del Leone, AD, 650 m*****

Informazioni:
Da Cervinia ci si mette 1h30 al Rif Duca d'Abruzzi (chiuso per lavori), da Plan Maison si risparmia 30 min. Sfasciumi e nevaietti fino al Colle del Leone, quindi si raggiungono le placche dove una volta c'era la cheminée crollata, ora c'è un bel canapone.. Noi ci siamo legati. Siamo arrivati alla Carrel (1800m disl) in 4h30 da Cervinia. Il rifugio è senz'acqua, o meglio c'è ma è stata portata su per le guide e i loro clienti. La mattina siamo partiti alle 4,30, freddo ma stellato. Il Canapone della Sveglia è gelato e scivola nelle mani, poi la catena anche quella scivola, ci leghiamo. All'uscita troviamo verglas, ci mettiamo i ramponi. Subito dopo il Vallone dei glacons (III) prendiamo a desta, forse troppo, di tutti i diedri prendiamo sicuramente il più difficile (V) e il più ghiacciato, poi si sale per terrazze fino ad attraversare vs sinista sul mauvais ps, una cengia delicata ma con qualche chiodo e ben appigliata (III), si arriva al cavo metallico che costeggia il Lenzuolo e poi per terrazze di roccia marcia (III+) alla Grande Corde che porta finalmente in cresta. D'ora innanzi non si può sbagliare, si sta preferibilmente in cresta piuttosto verso nord. Alle 7h15 siamo al Pic Tyndall, due cordate ci seguono. Qui la cresta Tyndall è più sana, si arriva in spaccata (Enjambée) al pendio finale attrezzato con la Scala Jordan, faticosa e verticale (40m) e quindi ancora un tratto attrezzato scivoloso (corda Piovano) e quindi la vetta !! Sono emozionato, il panorama che si gode lassù è qualcosa di eccezionale. Se non fosse per i canaponi sarebbe senz'altro la più bella salita della mia vita.




Dent d'Herens, 4171m
Cresta Tiefenmatten, AD, II/III, disl. 1400m****

Informazioni:
Itinerario molto bello su roccia e ghiaccio/neve, mai difficile (II, qualche passo di III) ma con qualche tratto esposto. Ghiacciaio con qualche problema per trovare il passaggio. Vista incredibile sul Cervino. Rifugio da non perdere.
1° giorno: da Place Moulin si costeggia il lago fino al rifugio Prarayer (5km, 1h a piedi, 20 min in MTB). Da qui si sale al rifugio Aosta (2788 m) per sentiero (7km per 800m di dislivello, 2h). Appena arrivati un buon genepi offerto da Diego, il rifugista che si occuperà di voi con una buona cena, genepi e buoni consigli per la salita.
2° giorno: dal rifugio, si ridiscende brevemente e si risale il sentiero fino alla morena destra orografica del ghiacciaio delle Grandes Murailles. Salire fino alla fine della morena (2970 m) e continuare a destra verso il ghiacciaio che si supera sulla sinistra salendo tra la parte sassosa (scariche, evitare) e la parte centrale piu crepacciata. L’itinerario non è facile da trovare e soprattutto cambia a seconda delle stagioni e del periodo dell’anno. Addirittura per noi l’itinerario della mattina non e’ stato piu possibile il pomeriggio (vedi foto i percorsi seguiti). Superata la parte ripida e crepacciata (3200 m), si raggiunge la parte sommitale con pendenze più moderate. Salire il ghiacciaio sulla sinistra salendo e oltrepassare un contrafforte roccioso. Qui un canalino di sfasciumi (3500 m) di colore grigio porta al colle di Tiefenmatten Est. Il canale è attrezzato con una catena. Attenzione alla caduta sassi se ci sono cordate sopra di voi. Seguire la cresta rocciosa sul suo filo (II, qualche passo di III). La cresta sui 3600 m continua con un pendio nevoso che si risale rimanendo sulla sua destra (35°, qualche crepaccio) fino a quota 3950 m. Quindi attaccare la parte rocciosa finale su placche appoggiate (I-II, fittoni ad U ogni 20 m per eventuali doppie). Arrivare ad una cengia (sosta a spit) e salire un diedro a destra più verticale (III, sosta a spit). Qui si raggiunge la cresta sommitale (II, esposta) che porta alla cima (4171 m).
Discesa: Lungo l'itinerario di salita. Possibile e consigliabile scendere sul ghiacciaio utilizzando 7 doppie (tutte da 30m tranne la seconda da 15m). Le doppie si trovano all’inizio della cresta rocciosa sulla sinistra scendendo (ometto, vedi traccia GPX e foto). Orari : Rifugio Aosta 3.30, cima 11.30, sosta foto, rifugio Aosta 17.30, genepi e birra, rif Prarayer 20.00, polenta e birra, auto 21.00.
Traccia GPX




Dent Blanche, 4357m
Cresta S, AD+, III+, disl. 850m****

Informazioni:
Stupenda montagna che da la possibilita di godere di un panorama di eccezione a 360 gradi con il Cervino sempre in vista. Cresta varia e molto aerea, mai difficile ma che richiede dimestichezza. Il ritorno prende lo stesso tempo dell’andata.
1 giorno: a Ferpecle (1828 m) si lascia l’auto il piu vicino possibile alla piccola diga (auto vietate oltre un certo punto). A sinistra della diga parte il sentiero che porta con un bel sentiero a tornanti agli Alpeggi di Bricola (2415 m, 1h30). Da qui si continua verso il Ghiacciao di Manzettes seguendo i segni blu. Verso quota 2600m stare sulla sinistra e salire sulla morena, scendere leggermente dalla morena e attraversare un torrente (non facile a seconda della portata dell’acqua), quindi proseguire lasciando alla propria sinistra un bel lago azzurro glaciale (2740 m) . Da qui si sale su dritti per placche fino ad incontrare una cresta con grossi massi che si sale fino ad incontare l’ultimo lembo di ghiacciaio (chissa per quanto ormai, no crepacci ma ghiaccio). Attraversarlo e raggiungere la Cabane Rossier (3507 m). 5/6 h tot.
2 giorno: Salire le roccette dietro al rifugio seguendo i pali rossi e i grossi ometti (non seguire il tubo dell’acqua che rimane troppo basso). Rimanere sul lato destro della cresta, ultimo tratto aereo su placca (delicato, II+)
. Salire sulla dorsale ghiacciata/nevosa (a seconda della stagione) con pendenza intorno ai 30° che porta a Wandfluelücke, 3701 m. Da qui salire il pendio glaciale (40°) che porta alla cresta rocciosa (II) fino a quota 3882 m (1h). Attraversare il pendio di neve/ghiaccio sul lato a sinistra e raggiungere la cresta nevosa fino a quota 3880 m. Salire sempre a ridosso del filo, roccia stabile e quasi sempre facile. Dopo un piccolo pezzo in discesa, a circa 4000 m, si arriva ai piedi del Gran Gendarme. (30 min, Tot 1h30). Attraversare 40 m a sinistra su delle placche e da qui 2 soluzioni: A. Arrampicare il Grand Gendarme sul versante SW (3 lunghezze, IV, 3 chiodi, soste a rinforzare)
B. Continuare ad attraversare per altri 20 m (II, alcuni spit) ed entrare in un colatoio dominato da una torre rocciosa sulla sinistra e attrezzato con fittoni ogni 25 m, salire fino a sbucare a monte (N) del Gran Gendarme (1h, Tot 2h30).
Seguire una serie di placche rosse con una visibile spaccatura / grossa fessura al centro (II+), proseguire su cresta aerea che porta ad una punta (sosta con catena). Scendere la cresta leggermente (mooolto aereo) e alla breccia passare a sinistra (2 spits) sotto la punta del secondo gendarme (III, in discesa si arriva qui con una doppia dalla cima del gendarme). Il terzo gendarme (Gendarme della Corda) si attraversa a sinistra su delle placche (chiodo, spit) per 50 m, che portano sotto una parete verticale che si scala per una fessura / canale roccioso (III+, spits). Molte guide indicano 4 o 5 gendarmi, in realta la cresta ha continui su e giu. Quelli indicati qui sono anche quelli riportati sulla guida CAS. Dopo il Gendarme della Corda, la cresta è facile (I) o a seconda della stagione, nevosa con cornici fino alla croce di vetta (Dent Blanche, m 4358, Tot 4-6h).
Per il ritorno contate lo stesso tempo, forse un po’ di piu se c’e’ coda alle doppie o se vi si incastra una corda.... Doppie a tutti i gendarmi possibili e nel colatoio di fianco al Grand Gendarme (occhio ai sassi !). Per arrivare a Ferpecle contate almeno 3h.
Orari : Rifugio : 4.45, cima 9.45 (5h), goduti il paesaggio incredibile, rifugio 16.00 (6h), birra e formaggio, Ferpecle 20.00 (3h).




Zinalrothorn, 4221m
Cresta SE, AD-, III+, disl. 1050m, ***

Informazioni:
Il Zinalrothorn offre diverse creste per la salita, la cresta SE (la via normale) ho l'impressione sia la peggiore. La via si svolge piu su una parete che su una cresta a parte gli ultimi 150 metri in comune con la Rothorngrat da SW. Il tratto sulla parete fino al Gabel e’ un canale con roccia rotta e instabile, meglio percorrerlo a sinistra dove sono state installate le calate. Vista l’esposizione prende rapidamente il sole. A rifarlo salirei dalla Rothorngrat...
1 giorno: Lasciare l’auto a Tasch e prendere il treno fino a Zermatt (1605m). Cento metri prima della chiesa sale il sentiero per la Rothornhutte (3198m) passando per il Trift Bergasthaus (Dislivello 1600m, 4h30).
2 giorno: Dalla Rothornhütte salire il facile Rothorngletscher stando sulla destra orografica. Ad un certo punto la parete alla vostra sinistra presenta un camino evidente di roccia molto rotta. Risalire il camino (III) fino ad un ripiano superiore. Salire a questo punto obliquamente verso sinistra fino ad un breve risalto roccioso che porta ad un ripiano (Früstückplatz, 3550m). Continuare a traversare in direzione NNE fino al punto 3671m. Da qui seguire un pendio di neve che porta alla cresta SE nevosa che si segue fino alla parte rocciosa (3900m). Scalare la cresta (III-) e, quando la roccia diventa verticale, attraversare sulla parete S fino a raggingere un evidente canale di colore grigio che scende dalla finestra del Gabel. Risalire il canale se in buone condizioni, altrimenti se secco o con neve molle, scalare le rocce (III) alla sua sinistra. Raggiunta la finestra Gabel sulla cresta SW, salire a destra (III) fino ad un terrazzino su una piccola torre, quindi attraversare verso sinistra mediante uno stretto passaggio tra la parete e la torre (spit) e salire una placca (Binerplatte) che si sale obliquamente verso sinistra fino ad uno sperone (III, possibile verglas, 4 spit). Risalire lo sperone (III, pioli per calata e spit) fino a raggiungere la cresta. Continuare sul filo fino ad un gendarme che si passa a sinistra e alla Torre Kanzel che si supera a destra con un passo molto esposto (III+), quindi facilmente in vetta.
Discesa : stesso itinerario di salita. Possibile fare 2 doppie da 25 metri sulla Binerplatte e un’altra per arrivare alla base del Gabel. Quindi le rocce sulla destra orografica del canale sono attrezzate per altre 4 doppie fino alle cengie finali.
Materiale: corda da 50m, 1 piccozza, ramponi, qualche rinvio, qualche friend medio, fettucce




Obergabelhorn, 4063m
Parete Nord, D+, 300m****

Informazioni:
L'Obelgabelhorn è per me una delle più belle montagne del mondo, la sua forma, specialmente lal parete nord è perfetta. La via di ghiaccio forse un po' monotona ma con la Cresta del Cuore ne fanno una gita completa.
1 giorno: Da Zinal si sale al Rif. Montet (2886m) in 4h30 per sentiero.
2 giorno: partiamo alle 3.00, tenere la sx e non scendere (come abbiamo fatto noi subito sul ghiacciaio). All'attacco del Cuore (4.00), aggirarlo a dx per facili rocce marce, evitare il canalone sottoposto a scariche che va attraversato solamente alla fine quando si raggiunge la sommità del Cuore a q.3300, quindi puntare ove il ghiacciaio si appiana e puntare al centro della parete nord. Si prosegue lungo la parete in conserva assicurata, inclinazione costante a 55-60° con pendenze legg. superiori alla fine. Si scende a dx per la Cresta del Cuore prima per neve poi rocce (doppie dove cominciano le rocce, AD).


 

Racconto:
L’Obergabelhorn elettrico
L’Obelgabelhorn, un famoso concorso fotografico lo ha dichiarato come la terza montagna più bella della Terra dopo l’Alpamayo e l’Ama Dablam. La parete nord un bellissimo e perfetto triangolo di neve e ghiaccio, un gioiello inserito tra Cervino, Dent Blanche e Dent d’Herens, difficoltà abbordabili (D+ / TD-), e...va bè basta con le giustificazioni, io e Olivier avevamo voglia di farlo e basta.
Finalmente era il momento giusto, dopo una settimana di neve e una di sole le previsioni garantivano un week end all’insegna del bel tempo, sì qualche temporale nel pomeriggio, ma si sa, in montagna, d’estate, sono molto comuni e poi per una nord così si parte alle 3 di notte e per mezzogiorno si è già al rifugio davanti ad una bella birretta.
Via dunque, destinazione Zinal e poi Caban de Grand Montet, una sgroppatina di 4 ore e mezza con tutta la ferraglia addosso.
Partenza consigliata dal rifugista ore 4, noi partiamo alle 3, così li freghiamo tutti e ci facciamo la parete davanti alle altre cordate e i frigoriferi in testa se li prendono gli altri. Pronti via, nella notte sbagliamo subito sentiero e, anzichè arrivare al ghiacciaio in un punto dove avremmo potuto attraversarlo di corsa, arriviamo sotto una serie di seracchi che in confronto la parete nord sembrava una passeggiata. Arriviamo all’attacco alle 5, quasi un ora in ritardo, ovviamente assieme alle altre cordate e ovviamente già spompi.
Poi un bel 2-300 m di misto marcio, un bel traverso su canali valangosi e finalmente la nostra tanto desiderata parete è lì, davanti a noi. Vedendo alcune nuvole avvicinarsi e saggiata la consistenza della parete (stratino di neve su ghiaccio vivo), decidiamo di andare via in conserva assicurandoci comunque ogni tanto con qualche chiodo. La via è uno spettacolo, una pendenza costante di 50-55° e l’uscita sui 70-75°. E qui viene il bello, usciti dalla parete nord siamo investiti da una bufera di neve, fa un freddo cane, “sbrighiamoci a scendere!!”
anche perchè con la nebbia e la neve la via di discesa non sarà certo banale, è la Cresta del Cuore (una montagna più romatica non potevamo sceglierla), difficoltà AD, misto con qualche doppia da trovare. Scendiamo a rotta di collo, la bufera aumenta, la nebbia pure....
SBRANG!!
un fulmine, l’aria comincia a friggere siamo su una cresta nevosa, abbiamo addosso chiodi, picche e altra ferraglia,
“Via, via tutto!!!!”
 “Spostiamoci dalla cresta!!!”
Olivier mi fà
“Ma io sento ancora le api addosso, tu no??!”
“Le api?? ah l’elettricità!! Cazzo i ramponi, via anche quelli”
SBRANG!!
un altro fulmine e poi ancora, più che stare accovacciati nella neve fuori dalla cresta non potevamo fare. Dopo circa un quarto d’ora i fulmini erano cessati anche se si sentivano i tuoni in lontananza, la bufera neanche parlarne, ma era già un lusso. La nostra ferraglia continuava a friggere però
“Mah....aspettiamo, forse tra un po’ finisce, quando l’elettricità dell’aria diminuisce...”,
sembrava come essere sotto un pilone dell’alta tensione. Dopo un po’ anche le nostre picche avevano finito di friggere, belle cotte a puntino. Via giù veloci, dobbiamo cercare il punto per la calata,
“Trovato!!!”
c’è addirittura un chiodo con cordino e moschettone, siamo arrivati ormai, ci aspetta solo il traverso di stamattina (ah già che era un “bel traverso su canali valangosi”) e i 2-300 m finali di roccia (ah già che era 2-300 m di misto marcio).
"Via via veloci sul traverso, eh?.... Olivier attento!! la VALANGA!!!"
1 minuto in anticipo e saremmo arrivati giù per la direttissima.
Siamo distrutti ma al rifugio una frittatina al formaggio con la più buona birra e gazzosa mai bevuta ci ha dato la giusta forza per un bellissimo ritorno a Zinal sotto un bel diluvio.
Due giorni dopo una mail di Olivier:
“senti, conosci un bel posto per fare un corso di sub?”

 

 

 

Gruppo del Monte Rosa

Dirruhorn (4035m), Hohberghorn (4219m),
Stecknadelhorn (4241m) e Nadelhorn (4327m)
Nadelgrat, AD, disl. 2590/1700m *****

Informazioni : Grande cavalcata sopra i 4000 m panorama fantastico sul Dom e su tutto il Vallese. Mai difficile con difficolta costanti, varia nei passaggi rocciosi e di ghiaccio/neve, comunque da non sottovalutare per la lunghezza.
1 giorno: da St. Niklaus (Valle di Zermatt), salire in auto a Gasenried (1650m). Parcheggio a pagamento (5 CHF al giorno solo moneta, anno 2021). Salire alla Bordierhutte per il sentiero che si stacca sulla sinistra a 1690m prima del fiume Riedbach (meno in piedi di quell’altro sentiero che sale dopo il fiume. Attraversare il fiume su un ponticello a 1980 m e risalire la morena di sinistra or. A 2710m scendere dalla morena e attraversare il ghiacciaio (paline segnaletiche quando il rifugio e’ gestito, possibile in scarpe da avvicinamento), quindi risalire il sentiero attrezzato con pioli, corde fisse e scale metalliche fino al rifugio (2880m, 3h30).
2 giorno: partenza alle 2.30, seguire il sentiero segnato con catadiottrici e ometti, lasciare il bivio per il Bigerhorn sulla sinistra e continuare fino alla morena del Riedgletscher (2960m). Salire la morena (ometti) fino a 3020m poi scendere verso destra e continuare a salire fino a mettere piede sul ghiacciaio a 3250m. Passare la seraccata non e’ semplice. In certi anni si sta completamente a sinistra passando tra le rocce che scendono dalla cresta del Balfrin e la seraccata. Il passaggio verso 3320m lo abbiamo trovato di ghiaccio vivo/nero con numerosi sassi instabili. Noi abbiamo optato di tirare diritto (direzione SSW) fino a 3320m e quindi spostarci a sinistra (direzione ESE) passando tra qualche crepaccio e arrivare sul plateau del Riedgletscher verso 3350m da dove si aggirano alcune zone crepacciate prendendo direzione SE fino a 3430m, quindi direzione SSE fino a 3400m, direzione SSW fino a 3520m e direzione WSW fino all’imbocco del canale della Selle (3500m, 2-3h dipende se vi perdete tra i crepacci o meno). Il canale della Selle e’ ripido (max 50°) ed esposto a est quindi prende il sole rapidamente, possibile cadute di sassi anche dalle cordate soprastanti. Meglio uscire prima del sorgere del sole. Arrivare alla Selle (3858m, 1h. ) tra il Dirruhorn sulla sinistra et il Chli Dirruhorn. Continuare a sinistra sul lato W per 10m e salire la cresta rocciosa (II). Stare sulla cresta o sul fianco W fino alla cima del Dirruhorn (4035m, 1h). Qui inizia il tratto piú lungo della traversata. Scendere sempre sul filo di cresta rocciosa (II, esposto) fino al Dirrujoch (3910m, 50 min) e risalire la cresta restando sul filo o sul lato W. La cresta rimane rocciosa (II) fino a 4020m e poi nevosa fino al torrione sommitale. Salire sul lato E il torrione per un tratto di misto ripido e una placca con una fessura proteggibile (III) e raggiungere la cima del'Hohberghorn (4219m, 2h20 dal Dirruhorn). Scendere brevemente fino al colle (4144m) su cresta nevosa facile e poi risalire la cresta ripida rocciosa (filo e lato W, II-III) fino al Stecknadelhorn (4241m, 1h). Scendere in direzione NE qualche passaggio di roccia fino alla neve e continuare a salire sulla cresta nevosa. Qui due soluzioni, attraversare il pendio sul lato E per raggiungere la normale che sale al Nadelhorn (talvolta ghiacciato), noi abbiamo optato per la soluzione più elegante continuando a salire in direzione del gendarme roccioso che si passa lato W (III) e scendendo ad un piccolo colle. Da qui salire i pendii a nord della cima (misto, II) fino ad incrociare la via normale di salita 50m sotto la croce del Nadelhorn (4327m, 1h10).
Discesa: Scendere per la via normale dalla cresta NE fino al Windjoch (3850m, 45min). Da qui 2 soluzioni: la prima (che abbiamo adottato), scendere alla Bordierhutte (2886 m) o direttamente dal lato NW del Windjoch (50°) fino al plateau del Riedgletscher, altrimenti piu sicuramente, risalire l'Ulrichshorn (3924m, 20min) e scendere in direzione N i pendii di neve che portano al plateau del Riedgletscher. Da qui in direzione NNW fino a raggiungere a 3440m l'itinerario di salita. Per la seconda soluzione, dal Windjoch scendere a destra e raggiungere la Mischabelhutte (3329m) e da qui Saas Fee (per raggiungere Gasenried, si possono utilizzare 2 auto, un taxi ed e’ possibile anche con i bus. Noi abbiamo optato per la prima soluzione ma essendo caduta molta neve e molto caldo ci siamo trovati a sprofondare nella neve fino alle anche (e anche in qualche crepo).
Materiale: corda 30m, 2 friends medi, 2 cordini, 1 piolet, ramponi.



Lenzspitze, 4294m
Parete NE e traversata al Nadelhorn, D-, disl. 1050m ****

Informazioni: Salita per una classica parete nord tra le più emblematiche e famose delle Alpi e traversata su cresta su roccia particolarmente sana. Qualche calata su alcuni gendarmi è attrezzata ma per il resto è tutta da proteggere con cordini e friends. Salita al rifugio lunga e faticosa su sentiero attrezzato.
Da Saas Fee (1800m) prendere il sentiero che sale dalla chiesa alla Mischabelhutte (3336m) che si raggiunge in 4 ore con percorso (segni blu e bianchi) ripido e per la metà finale attrezzato con cavi metallici e scalette. Da dietro il rifugio parte il sentiero che sale sul crinale roccioso (ometti) fino a quota 3600m dove si mette piedi sul ghiacciaio Hohbalmgletscher. Portarsi in mezzo al ghiacciaio con un percorso ad arco verso destra e quindi puntare la parete NE della Lenzspitze. Passare la crepaccia terminale nel punto migliore (1h30 dal rifugio). Noi l' abbiamo passata sulla destra salendo sotto le barre rocciose, quindi ci siamo spostati verso sinistra attraversando alcune bande di roccia e misto (la parte più delicata assieme il passaggio della terminale). Quindi si sale la parete con pendenze molto omogenee intorno ai 50° per finire sui 55° in gran parte su neve dura. La parte finale l'abbiamo trovata in ghiaccio ma a seconda delle condizioni si sale in conserva assicurata. Attenzione alle cordate soprastante per sassi e pezzi di ghiaccio (3-4h per la parete). Dalla cima si cambia di assetto e si comincia la traversata su cresta rocciosa, all'inizio in discesa con le prese nel verso sbagliato, quindi si risale scalando diversi gendarmi con tratti verticali (max IV) ma su roccia molto ben appigliata e facilmente proteggibile con cordini e friends. Qualche anello di calata su alcuni gendarmi. Raggiunta la cima del Nadelhorn (4327m, croce), si scende a destra su terreno misto e quindi su cresta nevosa (40-45°) fino al Windjoch da dove si scende a destra sul ghiacciaio dove si recupera la traccia della salita per il rifugio.
Materiale: corda 30m, 2 piccozze, ramponi, materiale da ghiacciaio, 1 serie di friends (0.5-2BD), cordini
Traccia GPX.


 

 

Roccia Nera (4075m), Gemello del Breithorn (4106m),
Breithorn Orientale (4139m), Breithorn Centrale (4159m) e Breithorn Occidentale (4164 m)
Traversata Est-Ovest, AD+, disl. 1000m *****

Informazioni:
Grandiosa attraversata con percorso vario su tutta la cresta, ghiaccio, misto e scalata su roccia solida. Belle le discese in doppia tra una cima e l'altra che danno un po' di riposo e variazioni sul tema. Dal Rifugio Guide d'Ayas e' sicuramente più lunga e faticosa ma non fa uso di mezzi meccanici (la vista degli impianti di Plateau Rosa è forse l'unico neo di questa bella gita). Il lungo ritorno sotto il caldo ci ha pero distrutto, soprattutto con 2400 m di dislivello da fare in discesa !
1 giorno: Da St Jacques in Val d'Ayas 1689m, si sale per sentiero nel bosco fino a Verra superiore (2382m) - possibilità di taxi jeep - poi si prende la morena che porta al rif. Mezzalama (3009m) e quindi per ripido sentiero al rif. Guide d'Ayas (3400m), gli ultimi 50m attrezzati con corde fisse.
2 giorno: Dal rifugio si risale il ghiacciaio di Verra fino al Colle di Verra, poco prima la traccia sale un costone nevoso a sinistra che passa di fianco al Polluce. A destra parte la traccia che sale al Polluce, mentre la nostra traccia prosegue in discesa fino a raggiungere il massiccio del Roccia Nera. A sinistra di uno scivolo nevoso si scorge il bivacco Rossi Volante che si raggiunge aggirando lo sperone roccioso e risalendo i pendi nevosi a sinistra dello sperone (1h15). Da qui salire i pendii ripidi (40°) sopra al bivacco (li abbiamo trovati in ghiaccio vivo) fino alla cima del Roccia Nera (4075m, 2h30 dal rifugio). Continuare per cresta nevosa fino al Gemello del Breithorn (4106m). Con due doppie da 25 m si raggiunge la cresta nevosa che porta al Breithorn Orientale. Questo si raggiunge attraverso un'arrampicata a destra del filo della cresta (4139m). Dalla cima sul versante SW un groviglio di cordini indica la classica calata ma se si fa un passo in più, sulla cengia sottostante è possibile calarsi su una bella catena e maillon rapide. Da qui 2 calate, una nel vuoto, l'altra in un canale versante sud, portano di nuovo sulla cresta di neve. Puntare ora al torrione roccioso del Breithorn Centrale, la parte più impegnativa della traversata ma secondo me la più bella. Ci sono due possibiltà, o traversare a sinistra e salire su un canale diedro appoggiato (II/III) o arrampicare diirettamente il torrione su buona roccia. Descrivo la seconda possibilità: salire il versante S del pilastro e attraversare a sinistra (spit) fino ad una cresta affilata che termina ad un intaglio (20m, IV, spit). Salire dritti sopra la sosta il pilastro sullo spigolo SE fino ad un ripiano (15m, IV, spit). Continuare verticalmente con arrampicata aerea fino alla cima del pinnacolo dove si sosta (20m, IV+, spit), quindi seguire la cresta fino alla cima del primo salto. Continuare la facile cresta orizzontale, poi una placca con una fessura (III) e rocce più appoggiate (II) portano alla cima del secondo salto. Per cresta orizzontale e discesa su neve si raggiunge il terzo e ultimo salto che si arrampica con un passo atletico (IV). Da qui per cresta nevosa alla cima del Breithorn Centrale (4159m). Continuare la cresta nevosa, raggiungere una sella e salire fino alla cima del Breithorn Occidentale (4164m).
Discesa: scendere per la frequentatissima traccia del Breithorn Occidentale che porta al Breithornpass, da qui ritornare verso sinistra e ripassare sotto tutti i Breithorn fino a riprendere alla base del Roccia Nera la traccia di salita.
Orari: rifugio 4.00, biv Rossi Volante 5.15, Roccia Nera 6.30, Breithorn Occ. 13.00, ritorno al rifugio 16.00
Materiali: ramponi, 1 o 2 piccozze (dipende dallo scivolo ghiacciato del Roccia Nera), 1 corda da 50m o 2 corde da 30m, qualche friend, fettucce.



Polluce, 4091 m
Via Normale, PD**

Informazioni:
Informazioni: Cima da concatenare con il Castore o da fare come iniziazione (il nostro caso), un'altra giya da consigliare come introduzione ai 4000m.
1 giorno: Da St Jacques in Val d'Ayas 1689m, si sale per sentiero nel bosco fino a Verra superiore (2382m) - possibilità di taxi jeep - poi si prende la morena che porta al rif. Mezzalama (3009m) e quindi per ripido sentiero al rif. Guide d'Ayas (3400m), gli ultimi 50m attrezzati con corde fisse.
2 giorno: Dal rifugio si risale il ghiacciaio di Verra fino al Colle di Verra, poco prima la traccia sale un costone nevoso. All'inizio della discesa seguire a destra la traccia che sale al Polluce. Per roccette fino al tratto (100m) ferrato della via, quindi si sale un camino di III (corda fissa sul posto) e quindi per cresta nevosa in vetta.
Discesa: stessa della salita.



Castore, 4226 m
Cresta SE (Normale), F+, disl. 640m***

Informazioni:
Gita facile e molto frequentata ma con una bella cresta panoramica. Per me è stata una bella introduzione ad un 4000m
Possibile partire dal rif. Guide d'Ayas o dal Quintino Sella. Noi siamo partiti da quest'ultimo, meno dislivello.
1 giorno: Raggiungere il colle Bettaforca con gli impianti di Gressoney. Da qui per sentiero si arriva al Passo Bettolina e si continua in una valletta con dei laghetti e poi su cresta, seguendo gli ometti si giunge al sentiero attrezzato che porta al rifugio Quintino Sella (3585m). Prevedete un 3h-3h30.
2 giorno: Partenza dal rifugio alle 6.00, salire il ghiacciaio Felik fino al Colle del Felik (facile), poi salire verso destra per raggiungere la cresta (35°) e risalire la facile cresta SE fino alla cima (2h30).
Discesa: per il sentiero di salita.



Liskamm, 4527 m
Traversata da Ovest a Est, AD, 550 m ****

Informazioni:
Via di cresta magnifica, molto panoramica. Richiede piede sicuro.
E' più semplice realizzarla da Est ad Ovest ma la disponibilità dei rifugi era quella. Siamo partiti dal rif. Quintino Sella (3585 m) davanti alla colonna di quelli che andavano al Castore. Fortunatamente al Colle Felik (4061m, 1h) la colonna ha girato a sx e noi siamo proseguiti tranquilli verso i Liskamm. La cresta sale facile all'inizio poi ad una selletta si fa molto affilata (non ci stanno 2 piedi affiancati) per poi ritornare più tranquilla fino al Liskamm Occidentale (4481m). Si prosegue con qualche passaggio di roccia (III) in discesa fino ad arrivare alla Sella dei Liskamm e per cresta facile si giunge al Liskamm Orientale (4527m). Da qui per ripida cresta si scende al Colle del Lys (4153, 5h da colle a colle) e quindi al rif. Gnifetti.


Liskamm Orientale, 4527 m
Cresta SE, PD, 400m***

Informazioni:
E'stato l'ultimo allenamento prima di partire per il Pik Lenin. Dormito e mangiato male (come al solito) al rif. Gnifetti, siamo partiti alle 5.30 fino all'attacco della spalla nevosa (7.30). A parte alcuni tratti su cresta molto sottile siamo andati via in conserva. Nonostante la via fosse tutta da battere siamo arrivati in cima alle 11.30.



Punta Gnifetti, 4554 m
Cresta Signal, D, 1300 m*****

Informazioni:
Ad oggi è la via alpinistica più bella che ho fatto, panorama fantastico, linea perfetta, mai banale, non troppo difficile, in più tempo perfetto e compagnia ideale. Un grazie a Chiara che l'ha voluta più di tutte.
Si arriva da Alagna (1500m) comodomente in 2h al Rif. Barba Ferrero (2240m), quindi dopo aver mangiato una buonissima polenta concia si possono fare gli altri 1400 m di dislivello fino alla Capanna Resegotti (3624m) in 4h. La capanna ha solo 11 posti (fose i 20 della guida si riferiscono anche ai tavoli e le panche !), siamo in 13 quindi...ci stringiamo. Partenza alle 5.30, la cresta è nevosa ma con neve dura, si va spediti. Al primo risalto non proseguire dritti ma scendere un po' sulla sx e poi rimontare sulla cresta come da relazione. Quando si arriva a vedere una cascata di ghiaccio sulla sx si prende a dx per una fessura obliqua (IV-), quindi un tiro su misto e ghiaccio e un terzo fino ad arrivare a ridosso di un grande risolto con la venatura bianca a forma di S. Qui si attraversa in legg. discesa su sfasciumi (ch) e poi risalire su diedro atletico (2ch, IV). Si prosegue su pendio di neve (si vede la Capanna Margherita) e poi di misto in conserva (poche possibilità di assicurazione e sassi da sopra). Si arriva alla cresta, a sx uno sperone che si supera con passaggi di III-IV fino alla vetta (13.00, 7,5h dalla Resegotti). Discesa alla Punta Indren dalla normale.



Punta Dufour, 4634 m
Cresta Rey, D-, 450m***

Informazioni:Via diretta ed elegante dal versante italiano per salire alla cima piu alta del Rosa. La salita é sicura su roccia solida a blocchi e lastroni. Cresta percorsa per la prima volta dagli svizzeri Hulton, Moser e Rubi nel 1874 ma che prese questo nome durante la terza ascensione compiuta da Rey, Aymonod e Castagneri nel 1886 (chissa perché ?)
Non sottovalutare invece la discesa lunga su roccia non altrettanto sana.
Dal Rif. Gnifetti (ore 3.30) si sale al Col del Lys, pochi metri dopo aver preso la traccia per la Punta Gnifetti, piegare a sx e scendere verso i seracchi e la costola rocciosa che scende dalla Zumstein, qui rimontare leggermente nella conca che scende dalla Grenzsattel e arrivare alla base della Cresta Rey o poco piu sopra. Salire per percorso non obbligato la cresta su blocchi e lastroni sempre molto solidi (II-III). Un primo risalto si supera sulla sinistra (III), quindi un secondo più in alto si sale direttamente (butta un po' infuori, IV, chiodo, fessura). Poi facilmente si arriva in cima (ore 9.00).
Discesa: adesso che siete arrivati in cima non siete che a metà. Si scende dalla normale italiana, la cresta non é mai difficile ma é sempre esposta e la roccia non é cosi sana come la salita. Una volta scesa la Dufour avete raggiunto il Grenzsattel e occorre risalire alla Zumstein (ore 12.30) per poi raggiungere il traccione che scende dalla Capanna Margherita


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Punta Giordani, 4046m
Cresta del Soldato, PD+, 800m**

Informazioni:
siamo saliti con la seggiovia dei Salati da Gressoney e siamo andati a dormire al Citta di Vigevano, meno caro del Gugliermina e distante ben 10 metri. Partiti la mattina alle 5.00, a Punta Indren si arriva alle 6.10 dopo aver percorso la cresta dello Stolemberg tra sfasciumi, quindi si scende sul ghiacciaio a sinistra per la rampa da sci e quindi si va dritti sul ghiacciaio puntando il canalino che sale verso la cresta....okkio alla fine ai sassi !
Stare sulla cresta il + possibile, la roccia è + sana. Se state un po' a cristare c'è sicuramnte un passaggio + facile. E' tutta II e III. Verso la fine la roccia migliora e a 100m dalla fine si incontra una grande placca rossa con chiodo e fettuccia sullo spigolo, lì la roccia è liscia con qualche appiglio...no problem con le scarpette...sono cavoli con gli scarponi. La via originaria non passava sicuramente di li ma più a sinistra. Alla cima si può scegliere se proseguire alla Vincent o scendere. Noi abbiamo preso per la discesa (Aurélie era stufa), ma conviene scendere per il ghiacciaio e ritornare a Indren, la morena per andare verso il Mantova è molto franosa e pericolosa. Comunquealla fine ci siamo sciroppati una discesa di 8 ore fino a Gressoney ricompensata dall'ambiente molto selvaggio della Valle di Salza e dal branco di stambecchi che soggiornava tranquillo al passo facendo qualche evoluzione per noi. Tutto sommato non male ma la roccia è veramente marcia, per molti tratti poco arrampicabile, non la consiglio molto.




Gruppo del Mischabel

Allalinhorn, 4027 m
Hohlaubgrat, PD+, 1100 m***

Informazioni:Un modo più carino per fare questo 4000 anzichè prendere il Metro Alpin fin sotto la vetta. Facile salita su cresta rocciosa evitando i crepacci del ghiacciaio quindi risalto roccioso finale aiutato da una catena sul posto. La parte delicata rimane la discesa sulla normale con crepacci e seracchi lungo il percorso fio alle piste.
Salita alla Britanniahutte: si può scegliere se salire usando la funivia fino a Felskinn quindi in traversata raggiungere il rifugio (45min)
Oppure se salire a piedi da Saas Fee via Plattjen (3:30h): dalla funivia per Plattjen prendere a sinistra il sentiero e risalire nel bosco seguendo i cartelli per Plattjen. Passare Berghaus-Plattjen (2418m) e poi Plattjen, punto di arrivo della funivia (2570m). Da qui si prende il sentiero che attraversa a mezzacosta il versante orientale del Mittaghorn e dell'Egginerhorn (panoramico). Proseguendo in salita, si vede il rifugio, attraversare l'innocuo ghiacciaio Chessjengletscher (2900m ca) segnato con paline fino al rifugio (3:30h; 3030m).
Salita alla cima: dal rifugio scendere 70m sul sentiero a destra fino all'Hohlaubgletscher. Seguire il ghiacciaio pianeggiante sul lato sinistro orografico e attraversarlo verso quota 3020 m puntando la costola rocciosa in direzione SW dove si mette piede a quota 3080 m, 30 min). Qui ha inizio l’Hohlaubgrat, risalire su rocce o neve fino fino ad un tratto pianeggiante (3300m ca). Una breve discesa di 50 m permette di raggiungere il ghiacciaio che si percorre se si sale dal Mittelalin. Continuare sul filo di cresta con pendenza crescente (35°) fino a quota 3900 ca, fino al salto roccioso finale. Una catena è sul posto per i primi 30 m (III+, spits), salire ancora alcuni salti rocciosi verso sinistra (30m, II). Salire direttamente l'ultimo tratto roccioso (10m, II) per raggiungere la vetta orientale, passare un colletto e arrivare alla croce di vetta (4:30h; 4027m).
Discesa dalla via normale: dalla cima tornare al colle e scendere a sinistra (SW) quindi dirigersi verso NW fino a quota 3890 m (crepacci) e scendere al Feejoch 3826m. Da qui scendere a destra in direzione NE fino a 3780 m e direzione NW per aggirare enormi crepacci. Da quota 3710 m prendere direzione ENE passando sotto i seracchi (attenzione) della parete Nord dell’Allalinhorn e raggiungere le piste da sci (3580 m). Da qui raggiungere la stazione del Metro Alpin (20 min; 3457m) e scendere a Saas Fee con gli impianti oppure scendere a Saas Fee a piedi. In tal caso seguire verso N la pista da sci Feechatz fino a a Langflue (2800 m ca). Da qui si scende per sentiero a Saas Fee (3:30h dalla vetta).
Traccia GPX


 

Weissmies, 4023 m
Via Normale, PD, 1050 m***

Informazioni:
Da Saas Grund per sentiero salire a Kreuzboden (2.30h) e poi alla Weissmieshutte (0.5h). In alternativa prendere l’ovovia fino a Kreuzboden e poi a piedi fino al rifugio Weissmiesshutte.
Dal rifugio salire sul sentiero della morena che porta all'arrivo della funivia dell'Hohaas, quindi a dx su ghiacciaio attarversando una zona di crepacci molto aperti e stando sulla dx. Superato un lungo e aperto crepaccio si prosegue verso la cresta senza difficoltà (possibilità vetrato verso la vetta)


 

Lagginhorn, 4010 m
Cresta S, AD-, 1280 m ****

Informazioni:
Informazioni: Cresta molto bella e molto panoramica, non presenta mai passaggi impegnativi (max III) ma esposta e molto lunga. Non consiglio di farla in giornata come si legge da piu parti ma pernottare al rifugio (numerosi posti per la tenda vicino su erbetta morbida).
Da Saas Grund per sentiero salire a Kreuzboden (2.30h) e poi alla Weissmieshutte (0.5h). In alternativa prendere l’ovovia fino a Kreuzboden e poi a piedi fino al rifugio Weissmiesshutte.
Dal rifugio salire sul sentiero della morena che porta all'arrivo della funivia dell'Hohaas. Non raggiungere la funivia e continuare diritto per raggiungere l’innocuo ghiacciaio che porta al Lagginjoch (3499m, 1.30h). Prendere la cresta S a sinistra, inizialmente facile, poi raggiungere un risalto roccioso (III) dove si resta in cresta. Continuando su sfasciumi facili si raggiunge il Gran Gendarme (3906m). Salire per placche e camino (III) fino alla cima. Continuare sul filo della cresta, a tratti esposta, una piccola doppia attrezzata di 20m permette di scendere ad un intaglio. Quindi la cresta scende e si arriva ad un piccolo gendarme che si scende con un’altra doppia attrezzata di 20m fino ad un intaglio. Da qui si prosegue di nuovo in salita per facile cresta fino alla vetta con la croce (7h dal Lagginjoch). Discesa: per la normale (cresta W). Sentiero che non presenta difficolta’(seguire gli ometti) che porta sulla morena a destra scendendo, poi facilmente al rifugio (2h dalla cima).
Materiali: Ramponi, piccozza, 3 friends medio piccoli, corda (noi abbiamo preso una da 30m + cordino da 30m per le doppie)
Traccia GPX